Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, qualcuno reclami la tua vita. Il padre di Enaiatollah è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e lui dovrebbe esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corre a nascondersi. Ma ora sta diventando troppo grande per la buca che sua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei gli dice che devono fare un viaggio. Lo accompagna in Pakistan, gli accarezza i capelli, gli fa promettere che diventerà un uomo per bene e lo lascia solo.
Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il uso formidabile sorriso.
C’è chi parte per amore, per lavoro, per turismo e poi ci sono quelli che partono per inseguire la vita.
E allora la partenza è un parto. Un viaggio in posizione fetale, stipato in pochi centimetri, nella pancia di un camion dentro un mare di letame. Un mare in salita, che unisce e che separa. Un mare che è liquido amniotico che nutre ma in cui si può annegare.
Una sola sedia in scena basta per raccontare il travaglio e il peregrinare di un bambino, costretto a barattare la propria innocenza in cambio della sopravvivenza, senza però mai vendere la propria onestà. Nel viaggio diventa un uomo portando sempre in tasca le parole di suo padre e le promesse fatte a sua madre. Poi finalmente arriva, si ferma. Ritorna a essere un po’ bambino, di nuovo figlio, nostro, del mondo, del tutto. Perché basta che due si vogliano bene per raggiungere l’assoluto e la misura delle cose.
Nel mare ci sono i coccodrilli, non è solo uno spettacolo ma un incontro, una stretta di mano tra noi e la nostra umanità.
CHRISTIAN DI DOMENICO
Attore e Pedagogo abilitato allo sviluppo e all’insegnamento della metodologia teatrale acquisita dal Maestro russo Jurij Alschitz dalla European Association For Theatre Culture, presso la quale ha conseguito il Master for Teaching.
Dopo il diploma d’Attore conseguito presso la Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone, prosegue i suoi studi presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano.
Dal 1997 al 1999 frequenta la “Scuola dopo il Teatro”, diretta da Jurij Alschitz, corso triennale di perfezionamento rivolto ad attori e registi professionisti, al termine del quale rimane a fianco di Alschitz in qualità di Pedagogo.
Ha lavorato in qualità di attore in teatro con Gianpiero Borgia, Alessio Bergamo, Simona Gonella, Massimo Navone,Jerzy Sthur, Giorgio Marini, Gabriele Vacis, Elio De Capitani, Marco Baliani, Carlo Bruni, Sonia Antinori, Mariano Dammacco, Michele Sinisi.
Al cinema ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Antonio Albanese e Giuseppe Battiston. Ha partecipato a Festival internazionali come: Il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Festival Castel dei Mondi di Andria, Mittelfest, In teatro, Fringe Festival of Edinburgh.
E’ Autore regista ed interprete dello spettacolo “U Parrinu. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia”, giunto a più di 200 repliche in tutta Italia ancora in tourneè.