Al Teatro dei Cappuccini
Auditorium Bianco Manghisi
Rassegna di prosa 2017/18
Giovedì 19 ottobre
ingresso ore 20.30 - sipario ore 21.00
Definire Antropolaroid non è semplice: ad oggi non c’è nulla di paragonabile al lavoro originalissimo di Granata. Forse dovremmo chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche il teatro dei racconti e della terra sicula o semplicemente un lavoro sull’immaginazione, la musica, la memoria.
Antropolaroid, spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi sulla scena, per l’abilità stessa dell’attore nel trasformarsi: tante le metamorfosi.
Straordinario Tindaro Granata da solo racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema …
Perché dentro questo spettacolo ad alta condensazione ed intelligenza teatrale, ci sono, rielaborate con molta sensibilità, schegge di storia dello stesso interprete in scena, con quel titolo che fonde insieme la ricerca antropologica con lo scatto fotografico, la memoria trattenuta nell’immagine, racconto tramandato, vissuto profondamente. Antropolaroid è creazione teatrale colma di molte emozioni, per il testo, la recitazione, per la concretezza e l’universalità della narrazione, il ritmo avvolgente.
Tindaro Granata passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, ad ogni età, maschio o femmina, tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari, paure, brevi passaggi ogni volta a comporre dialoghi, legami, situazioni, lui solo e tanti .
La novità di uno spettacolo come Antropolaroid sta nell’utilizzo di una tecnica, antica, come quella del “cunto”, che viene scomposta e il meccanismo del racconto viene sostituito dalla messa in scena dei dialoghi tra i personaggi del racconto. Non vengono narrati i fatti, ma i personaggi parlano tra di loro e danno vita alla storia.
Trama
Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. La moglie , incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla tomba del marito.
Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro, facendo la “fuitina”.
Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978. Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il nipote del boss del suo paese di origine, Patti.
Il giovane Tino (nipote del boss) , dopo che il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi.
Per la sua originalità e l’innovazione che rappresenta per la scena teatrale italiana, lo spettacolo vince:
Premio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”.
Premio “ANCT” dell'Associazione Nazionale dei Critici nel 2011.
Premio Fersen in qualità di “Attore Creativo” nel 2012.
A Tindaro è stato assegnato:
il Premio “Mariangela Melato” 2013 prima edizione – Attore emergente
Durata 65 minuti
BIGLIETTI
Prevendita presso Libreria Children in Largo Plebiscito, Monopoli oppure al botteghino del teatro la sera dello spettacolo
Ingresso € 10 - Ridotto € 5 per ragazzi fino a 18 anni
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