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Sinossi - Eva, diario di una costola

Sabato 14 gennaio
EVA, DIARIO DI UNA COSTOLA

di e con Rita Pelusio
regia Marco Rampoldi
testi Rita Pelusio Alessandra Faiella, Marianna Stefanucci, Riccardo Piferi
produzione Pem Habitat Teatrali

«E Dio creò la donna…». Eva. Sì, ma quale Eva?
Una donna nuda, minuta, con una massa di capelli che le fa da vestito.
Una donna sola nel “vuoto” paradiso. Gioca a scoprire, si perde e si ritrova. Scrive, annota e inventa. Eva è ingenua, beffarda, è clown. Gioca sulla donna, ironizza sui difetti, le tentazioni e i desideri. Ecco, Eva è una pulsione di gioco… mangiare una mela non è peccato ma lo è il coraggio di andare oltre, disobbedire.
Quante volte sottostiamo a leggi o imperativi per la paura di sbagliare? Stiamo accettando tutto quello che ci impongono, facendoci pensare che non ci sia altra soluzione, invece è solo dando quel “morso” che possiamo sperare di cambiare.
Ispirata al Diario di Eva (1906) di Mark Twain, Eva è un clown, una figura molto lontana dall’immagine della bella, bionda e ingenua alla quale l’iconografia classica della donna ci ha abituati.
Un fou irriverente che si trova alle prese, prima della storia, con la più grande scelta dell’umanità: accettare le regole o disubbidire. Una trasgressione all’insegna della scoperta, di cui la mela è simbolo: morderla o non morderla? In un misto di consapevolezza e disincanto, Eva si chiede che cosa succederà dopo, proiettandosi nella contemporaneità delle donne di oggi. Dalla suora in crisi mistica alla madre di figlio maschio, dalla manager multitasking all’anziana innamorata: umane nella loro imperfezione queste donne raccontano il coraggio di chi ogni giorno combatte per la propria felicità.
Perché la diversità manda avanti il mondo. Perché il paradiso sarà pur perfetto, ma la vita è tutta un’altra cosa.

 

RITA PELUSIO

Gavetta, premi, affermazione presso il grande pubblico: Rita Pelusio percorre uno dei binari classici degli attori comici, quello dove si carbura lentamente e poi si esplode tutto d'un tratto.
Nata a Milano nel 1971 da genitori salentini, Rita Pelusio inizia la sua formazione teatrale frequentando il Laboratorio Tecnico per Attori presso il Fontana Teatro di Milano condotto da Carlos Alsina.
Successivamente sceglie di dedicarsi al teatro comico frequentando il percorso formativo condotto da Philip Radice.
Approfondisce tutti gli aspetti dell'attore comico studiando con diversi professionisti quail Jean Mening, Kuniaki Ida, Eric De Bont, Sandra Cavallini, Jous Houben, Alessandra Faiella, Leo Bassi, Marcello Magni.
A metà degli anni Novanta diventa una presenza fissa nei teatri, anche grazie alla compagnia degli Gnorri, che fonda insieme a Natalino Balasso, Bruno Nataloni, Corrado Nuzzo e Domenico Lannutti. Da questa esperienza nascerà uno spettacolo importante, "Suonata", cui seguirà un altro one-woman-show: "Pianto tutto". Ma quest'ultimo spettacolo ci ha portato nel futuro, quando la televisione ha già trasformato Rita Pelusio in una star.
Con l'arrivo in TV il pubblico la mette sugli scudi grazie a personaggi come Morchia (la riserva delle Winx), La sposa ("Tutta Bitonto! Lo chiede tutta Bitonto!") e Adelina Peres (la cameriera della Moratti).
Anche la critica la mette sugli scudi: nel 2006 le assegna il Premio Massimo Troisi, e nel 2007 il Premio della Critica di Vincenzo Cerami al "Festival Bravo Grazie".

É autrice e regista di
"Anita, giocolerie da bagno" con Anna Marcato
"Freakclown" Alessandro Vallin e Stefano Locati
"Meglio tarde che mai" con Franca Pampaloni e Luz Pierotto
"I am leto" con Andrea Bochicchio
"Troppe arie" con Nicanor Cancellieri, Franca Pampaloni e Silvia Laniado.
"Sirene" con Anna Marcato, Tania Furia, Rossella Bellantuono.
Ha insegnato per FNAS ed insegna per Atelier teatro fisico Philip Radice.
Ha fondato insieme ad altri attori il collettivo Teatro comico civile con il quale sostiene iniziative politiche e sociali.